giovedì 18 dicembre 2014

Spritz-intervista n°1: Emma Fassio

Oggi metto un po' di ordine in questo piccolo blog pieno di polvere e ragnatele, e vi annuncio una novità.
Una serie di post – intervista che intendo fare a personaggi interessanti nel mondo della maglia.

Siete contenti?
Fate già la Ola?
No? Male!
Perché, giusto per partire con il botto, intervisterò la mia amica Emma.
Come chi? EMMA FASSIO!
Si, avete capito bene, proprio lei: non ve lo aspettavate, eh? Ed invece, stupore a go – go.

Ovviamente, come è nel mio stile, non potevo fare un'intervista classica, anche perché Emma la conosciamo tutti. E sappiamo anche quanto sia carina e gentile!
Quindi le ho fatto delle domande un po' diverse dal solito e lei, disponibile ed autoironica, è stata al gioco.
Andiamo ad incominciare.
Cara Emma, benvenuta! Accomodati sul divano che ti faccio un paio di domande… si, lì… sposta quel gomitolo di cashmere se ti dà fastidio e dai una pedata a Strudel se ti infastidisce… si, bene, ok.
Dunque. Leggendo le molte interviste che ti hanno fatto, si capisce che hai incominciato a sferruzzare fin da ragazzina. Qual è il tuo ricordo più "antico" legato alla maglia? E… qual è la cosa della maglia che ti piace di più e… quale di meno? (Non vale dire "niente"!!!)
Il ricordo più antico e dolce è l’immagine di mia madre seduta sul divano che lavora a maglia, io seduta accanto a lei (ero cucciola, circa tre – quattro anni), appoggiavo la testa al suo braccio e osservavo il ritmo delle sue mani. Mi sentivo coccolata e amata, come se un caldo e affettuoso abbraccio mi avvolgesse con l’essenza dell’amore puro.

La cosa che mi piace di più della maglia è la sensazione di totale rilassamento: quando lavoro a maglia, posso essere ovunque, ma il mondo esterno smette di fare rumore e vedo solo le mie mani che creano punti e penso alle molteplici possibilità creative. L’altra componente della maglia che mi piace tantissimo è la sua capacità di creare nuove e meravigliose amicizie, dei legami profondi che probabilmente non sarebbero nati. Devo anche confessare che, in momenti difficili ma veramente difficili della mia vita, la maglia è stata il mio salvavita.

Confesso che non mi piace cucire e nascondere le codine, per questo adoro il top-down.

Come sei approdata alla maglia come attività principale? Era una tua volontà fin da bambina? Cioè: quando eri piccola pensavi "da grande farò la designer di capi in maglia" oppure questo è stato un frutto di scelte fatte in un momento successivo? E… se non lavorassi a maglia… che mestiere avresti scelto? (Io avrei fatto la cantante pop come Madonna, tanto per la cronaca) 
Wow, la cantante pop, grande… non avrei potuto, sono stonatissima, da sola non canto neanche "Tanti Auguri a te"… potrebbero rompersi i vetri di tutta la casa in un nano secondo…

Circa dieci anni fa, prima che iniziassi a scrivere modelli per la maglia fatta a mano, avevo creato un mio marchio di abbigliamento Emma Rêve (Il sogno di Emma…sono una sognatrice, lo confesso), con una filosofia particolare: un vestito rappresenta la nostra personalità, deve rispecchiare il nostro io interiore e comunicare chi siamo. Una linea principalmente di maglieria, ma anche di gonne e pantaloni, particolari, in serie limitata con delle personalizzazioni che li rendevano unici. Un design e una produzione tutta italiana con abiti distribuiti in negozi e boutique che sposavano questa filosofia. Nel 2009, quando ho iniziato a scrivere sul mio blog e a trasferire le mie idee di stile in istruzioni che potevano essere realizzate da tutti grazie a dei ferri e un gomitolo, non pensavo che tutto ciò potesse trasformare la mia vita lavorativa in un nuovo mondo meraviglioso di soli ferri e gomitoli, le mie due passioni da quando sono piccolissima. E ora è diventato il lavoro che amo con tutta me stessa, a cui dedico tutto il mio tempo.

Se non lavorassi a maglia…l’attrice di teatro…solo in ruoli dove non bisogna cantare…

Quanto ha influito la tue educazione multiculturale sul tuo modo di vedere la maglia? Mi spiego meglio… il fatto di essere un po' svedese, un po' italiana, un po' americana, come influisce sulle tue scelte in fatto di design della maglia? Cioè, c'è qualcosa alla quale ti ispiri maggiormente? Oppure ti vengono le idee così, senza che tu ci pensi troppo sopra? (Io ogni tanto certi maglioni me li sogno, sarò normale, dottoressa?)
Devo confessare di essere un’istintiva e impulsiva-compulsiva-creativa. Le idee mi nascono così, a volte le sogno, altre volte mentre lavoro a qualcosa mi viene in mente un’altra idea. Non sono una creativa razionale, anche per la scelta dei colori e degli abbinamenti non riesco a pensare alla teoria dei colori, o mi piace o non mi piace. A pelle, a sensazione.
Credo che l’essere un po’ multiculturale abbia influito sulla mia natura, ma prima di tutto come persona. Sei un po’ tutto ma sei anche nessuno delle tre. E’ una buffa sensazione, mai poi scopri che sei e stai bene dove il tuo cuore sta bene.

La tua attività si basa sul disegnare modelli a maglia, insegnare e scrivere libri. Quest'ultima è una novità per il panorama italiano. Come ti è venuta l'idea? Qual è il messaggio che desideri comunicare con le tue pubblicazioni? Puoi anticipare qualcosina dei tuoi progetti futuri? (Guarda, se lo fai ti do questa caramella senza glutine che avrai la gola secca…)
La caramella senza glutine la prendo molto volentieri, grazie. Nulla di tutta questa meravigliosa avventura è stata pianificata, se penso a qualche anno fa posso dire con certezza che era esattamente ciò che avrei voluto fare perché mi rende immensamente felice. Ma le cose sono successe man mano, a volte sembra siano successe per magia. E ringrazio felicemente tutti i giorni di poter fare ciò che amo con tutta me stessa.

Con le mie pubblicazioni, vorrei fornire gli strumenti per comprendere la teoria e i metodi di costruzione dei modelli. Vorrei anche comunicare la passione per un’attività che amo profondamente.

Ed ora la classica domandona: sei moglie e mamma e "attivista della maglia", come riesci a fare tutto? Ti dai degli orari rigidi durante la giornata e non sgarri mai? Ti imponi di lavorare a maglia per 4 ore al giorno nondimenonondipiù? Prendi psicofarmaci per riuscire a dormire solo 2 ore a notte? (Aspetta che prendo appunti)
In effetti, vediamo…il mio sogno era poter fare un lavoro in casa per poter seguire tutto…poi in effetti ti rendi conto che quando le persone in ufficio fanno la pausa caffè tu fai una lavatrice…ma è bellissimo anche questo.
La verità: molto di tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessi avuto un compagno, il DM (dolce marito), che mi ha sempre sostenuta e aiutata, ha imparato a stirarsi le camice da solo perché altrimenti non avrebbe avuto di che indossare al mattino perché nel frattempo mi ero distratta inseguendo un’idea creativa ed è più bravo di me in cucina. Lavoro appena posso a maglia, scrivo e mi dedico al mio lavoro la maggior parte del mio tempo, ma le mie principesse sono la cosa più importante della mia vita. Sono anche spunto di molte idee creative. Casa nostra sembra un grande laboratorio creativo, non è la casa in ordine e perfetta, anzi, ma siamo felici e ci aiutiamo molto perché ognuno possa realizzare i propri sogni. Dormo anche poco e dimentico spesso qualche cena sui fornelli e me ne accorgo solo quando sento uno strano odore, questo devo confessarlo.

Siamo arrivate alla fine (Emma pensa "Finalmente! Non mi mollava più!") e quindi ci aspettano i saluti di rito e un Martini Rosè con patatine. Vuoi dire qualcosa a chi ci sta leggendo?
Vediamo...possiamo confessare che siamo al secondo Martini Rosè per festeggiare questa intervista?
Grazie Valentina, di cuore, per questa divertente e spritzante intervista. Come sempre, sei speciale. Per concludere possiamo dire che a breve ci sarà una tua intervista sul mio blog. Quindi a presto, con Valentina protagonista.

Salutiamo Emma e… alla prossima intervista!

3 commenti:

teresita ha detto...

Simpaticissime come me le aspettavo!!!!

Anna Maria Turchi ha detto...

Grandi!

Tibisay ha detto...

<3