mercoledì 3 giugno 2015

Venezia, il labirinto e le danze folk... e il filo di Arianna che li unisce





Venezia, le danze folk, il labirinto, la notte, la lana. Quale filo magico unisce questi elementi?

Questo fine settimana, spinta dalla mia passione per la danza, in occasione del festival di danze folk Venezia Balla - Cerchi nell'acqua, e della Mazurka Klandestina, evento in cui si balla fino all'alba spostandosi in vari luoghi di una città (nella foto in alto uno degli ultimi balli all'albeggiare di fronte al Palazzo Ducale di questa edizione veneziana), sono tornata a Venezia.
I satiri e la ninfa Cillene.
Venezia è la mia città d'adozione, ed avendoci vissuto per tre anni durante gli studi universitari, amo tornarci il più spesso possibile. Questa volta mi sono ritrovata in mezzo al dedalo di calli e callette assorta sul prossimo post che avrei pubblicato (non è semplice scrivere un post interessante a settimana!) e mentre mi addentravo al ritmo della musica folk nei meandri della città, i miei occhi si sono soffermati sul nizioleto (parola veneziana per "lenzuoletto", ovvero la targa che indica il nome delle calli) di Calle della lana, e più avanti Calle del lavador, ossia di colui che lavava la lana. In un lampo mi hanno attraversata ricordi sui miei studi, quando insieme ai miei compagni stavamo allestendo I Cercatori di tracce, un dramma satiresco di Sofocle. Per confezionare dei pantaloni di ciocche di lana per i satiri (nella foto a sinistra i satiri e me medesima, nei panni della ninfa Cillene), esseri con la parte inferiore del corpo caprina, ci siamo procurati un carico di lana sporca appena tosata che abbiamo dovuto disinfettare e pulire con la candeggina, pestandola con i piedi coperti da dei sacchetti di plastica... Vi assicuro, una di quelle cose nella vita che si raccontano ai nipoti!


Incisione preistorica di labirinto.
Proprio mentre studiavo a Venezia, ho presentato una tesina per il corso di Storia dell'Architettura incentrata sul tema del labirinto, simbolo vivo che rappresenta la condizione umana per eccellenza. Il labirinto si ritrova in culture e continenti diversi e in epoche anche molto antiche. Le sue volute rimandano alla ciclicità delle stagioni, del susseguirsi del giorno e della notte, dei cicli vitali, alle circonvoluzioni del cervello, ma più profondamente, al viaggio nell'oscurità dentro sè stessi per incontrare il proprio "Minotauro", le proprie paure e i propri mostri, per affrontarli e uscire nuovamente alla luce, rinnovati, in attesa della prossima discesa nel buio: il simbolico avvolgersi in spirale per poi svolgersi rappresenta infatti un viaggio iniziatico.
Di questo simbolo che continua ad affascinarmi tuttora, mi aveva particolarmente colpita il suo rapporto con la danza.
Molte delle danze col fazzoletto che si ritrovano ad esempio ancora oggi in Grecia e nei Balcani richiamano infatti Teseo alla guida dei 12 giovanetti che dovevano andare in pasto al Minotauro (in greco Asterione, figlio delle stelle). Anche in tempi antichissimi, il simbolo del labirinto non era solo un disegno tracciato per terra, ma rappresentava il percorso da effettuare e far rivivere attivamente attraverso la danza.

Mazurka Klandestina, Venezia 2014.
Il filo di Arianna (in greco Ariadne, la purissima, ma anche divinità degli inferi e della luna), è proprio questa danza, è il percorso del labirinto che come un gomitolo si svolge e riavvolge. Una volta raggiunto il centro, il filo indica la via per uscire dall'oscurità spaventosa e tornare alla luce. Una via che però non si avvale della ragione e della visione chiara e illuminata dal sole, bensì dell'istinto (debole luce lunare) e del coraggio di attraversare la notte, magari rapiti dalla musica lasciandosi guidare ad occhi chiusi.



Così, in un turbinio di associazioni mentali, ricordi, musica, impressioni, nella magica Venezia può succedere di riaprire gli occhi e di ritrovarsi abbracciati a ballare sotto le stelle, e a condividere, svolgendo e riavvolgendo un gomitolo misterioso, la stessa condizione umana.

L'alba dal ponte dell'Accademia con vista sul Canal Grande e la Salute.





Nessun commento: