lunedì 5 aprile 2010

Terapia di Gruppo "Knitter Anonymous": prima seduta, le Origini

Dopo aver letto questo post e aver riso fino alle lacrime ed allo sfinimento (da sola perchè nessuno in casa condivide il mio finissimo sense of humor), ho deciso di fare outing e di creare per me, per voi, per noi tutte la sede staccata per i Territori del Nord Est del primo gruppo di sostegno per Knitter Anonymous. Avrei potuto dire "Laniste Anonime", ma qui nel Nord est amiamo molto tutto ciò che ha un respiro internazionale... e poi Uma Thurman non sarebbe venuta altrimenti.
Il mio, in particolare, è un caso pietoso e particolarmente virulento della malattia. Ho iniziato a fare a maglia (ancora non era di moda) a 6 - 7 anni, istigata dalla nonna che, portatrice del morbo, si era messa in testa di fare un copritavolo formato da 1500 piastrelline di pizzo fatte a crochet. Ci ha messo 15 anni ma alla fine ce l'ha fatta. Nel frattempo sferruzzava tappetini per il bagno recuperando i vecchi collant, maglioncini di lana spizzosissima per la nipotina ("nonna mi prude!!!" "zitta, che è puralana e che titienecaldo"), calze gialle fosforescenti per la figlia ("mamma, mi prudono, e poi sono così grosse che non mi entrano le scarpe!!!" "quante storie, invece che essermi grata... senti che lamentele... e poi non chiedermi di farti più nulla, sai?") ed innumerevoli presine per il forno che finivano regolarmente bruciacchiate. Era un'amante sfegatata dell'uncinetto numero 0,01 e del cotone bianco e anche al mare portava un minisacchettino di tela così, quando io e mio fratello cominciavamo a sfornare torte e pizze di fango, lei iniziava a crochettare come se da lei dipendesse il destino del mondo.
Insomma, non avevo la minima speranza di salvarmi... già da piccolina, mentre le altre ragazzine si compravano i maglioncini da Benetton io creavo dei "modelli esclusivi" solo per me, formati da enormi rettangoloni con insiemi improbabili di trecce e punti riso che mi pendevano dalle spalle con un effetto che io insistevo "voluto". E così ho attraversato gli anni della mia adolescenza, dove, pian piano, ho capito che, qualche volta, i maglioni è meglio comprarseli quando esce la moda del momento e non indossarli un paio di anni dopo, quando le maniche pipistrello fanno ormai ridere anche i polli. Ovviamente non ho mancato di rendere gli altri partecipi delle mie creazioni, sfornando regali e regalini fatti a mano: sciarpe lunghe 3 metri talmente pesanti che ci voleva la carriola per portarle con disinvoltura, borse a bisaccia che avrebbero potuto contenere un elefantino di media taglia ma che, di fatto, non potevano contenere nemmeno un libro senza deformarsi irrimediabilmente e trascinarsi stancamente per terra, maglioncini di misura invevitabilmente sbagliata.
I miei sforzi, naturalmente, non venivano assolutamente capiti, con mia grande grandissima disperazione. Ricordo ancora, appena sposata, di aver lavorato circa un anno e mezzo ad un maglione per il mio giovanissimo ed aitante Marito. Un modello meraviglioso, in lana ecologica (una delle prime!!!) color nero e grigio melange, prudeva anche da lontano, stupenda: tutto lavorato a maglia rasata con il collo e i polsini lavorati a trecce. Bene, finalmente consegno la mia opera, la mia gioia, all'amore della mia vita, il quale indossa il capolavoro e ci sparisce dentro come Cucciolo. L'uomo ingrato si è sempre rifiutato di portarlo fuori di casa, e dentro, solo dopo molti ricatti. E solo per una banale questione di misure.

(Continua...)

6 commenti:

Il calderone di Sara ha detto...

il tuo primo maglione mi sta ricordando il mio primo maglione per il mio ragazzo che ho appena postato nel mio blog..anche lui non ha alcunissima intenzione di metterlo fuori.. ok ho scelto un colore che una volta lavorato è davvero deprimente ma io l'ho fatto con taaaaaaaanto amore

Fata Lu ha detto...

hhahahahhhh....fantastico!!!
si ho il morbo e sono pure moooooltooo graveeee!è il mio ritratto!!! e i giornali eh? non mi basterebbero neanche ..diciamo 9 vite, per fare tutto ciò che la mia mente ..ha in mente!!!!

io però ti ho battuta: il mio primo lavoro a maglia l'ho fatto quando avevo 4 anni...ok era solo un campioncino a legaccio niente di che...ma io bimbetta di 4 anni che neanche era capace di pulirsi da sola quando andavo in bagno...era riuscita a farcela....!
lasciando tutte e due le donne di casa a mascella caduta (mia mamma e mia nonna) heheheh!!!

e poi e poi...oltre la maglia ho imparato a fare tante altre cose con il filo....quanto lo amoooo!!!

Perline e bottoni ha detto...

Io invece ero confinata da mia madre su un gradino fuori casa a fare Km doi catenelle con gli avanzi colorati di fili, perchè "bisogna imparare a regolare la tensione del filo", maglioni fatti con lane pelosissime che si usavano una volta e le maledizioni in greco antico che mandavo quando un peletto finiva immancaabilmente sotto una lente a contatto.

Tibisay ha detto...

@RosediOrganza: Ihihihihi... si, il bello è che loro davvero non capiscono, uomini ingrati che non sono altro!!!

@Fatina: eeeeeeehhhhhhhhhhhccone una moooooooolto grave verooooo... però, il filo, nostra croce e delizia...

@Perline: ahahahahh!!! Mitica la mamma!!! E i maglioni che poi sembravi un'obesa anche se avevi 40 chili? Ah, che nostalgia...

Il calderone di Sara ha detto...

grazie per la risposta sul mio blog!

la seconda seduta dovresti farla sulla malattia di comprare ferri, lana e libri..

perlAmica ha detto...

ahahahahahah!!!!
Troooopppo forte!
Anche noi, con nonne (e mamme) con i ferri "costrette" durante l'adolescenza ad indossare dei maglioni a trecce che (come ben dici...) prudevano anche da lontano!!!
La mamma di Anna in più cuciva sul lato l'etichetta "Fatto a mano per te!" come se non lo capisse nessuno.....
Baciiiiii
Cristina&Anna