Anticamente i giovani irlandesi, al momento del fidanzamento, si regalavano vicendevolmente un maglione disegnato a cuori (anche i maschi sferruzzavano, eh si).
Era un augurio reciproco di una lunga e felice unione, così come i cuori si legano indissolubilmente l'uno all'altro.
NOTA BENE:
Quello che avete letto è una mia liberissima interpretazione dei motivi tipici Aran irlandesi.
C'è qualcosa di vero? Non credo, per scrivere questa serie di post mi sono molto liberamente ispirata a un numero della rivista RAKAM degli anni '80 (grazie Sonia), nonchè ad un libriccino irlandese prestatomi dalla mia amica Sabrina.
Per cui non ditemi "ma dai, non c'è nulla di vero, sono solo invenzioni". Lo so.
Ma ogni tanto mi piace sognare e credere che sia tutto vero, che il maglione farò aL Marito abbia una serie di significati bellissimi... e se volete, potrete sognare con me.
5 commenti:
Lasciati trasportare dai sogni...sferruzzando sognerai il momento in cui lui lo indosserà...e la realtà sarà ancora più bella.
Un abbraccio Leti
PS buon lavoro
Il significato alle cose lo diamo noi, poco importa se è una leggenda o no. L'importante è essere onesti e non mistificare, come stai facendo tu. Anch'io do un valore simbolico alle cose che faccio per le persone care, se la storia di questo valore non affonda le sue radici nella notte dei tempi? Pazienza!
sì, lo voglio. (riposta all'invito di fine post ihih)
Quel che so io in merito ai disegni Aran è che servivano ad identificare colui che lo indossava quando il cadavere veniva risbattuto a riva, dopo un naufragio. ogni famiglia infatti utilizzava un certo punto proprio a scopo riconoscimento. chi come me è stato alle Aran e ha visto quel mare quanto può essere mosso e con che barchini da niente lo affrontavano non stenta a credere che questa sia la verità.
@Letizia: ma grazie, che belle parole! :)
@Annalisa: grazie per aver capito lo spirito del post! :)
@Lilly: :)
@Rosanna: questo l'ho sentito anche io... ed è da questa cosa, credo, che sia derivata la leggenda... in realtà mi pare che il primo accenno ad una cosa del genere sia stato fatto da Ibsen in una sua tragedia, parlando però di un paio di calzini... insomma, per risalire a quello che è verità e leggenda ci vorrebbe troppo, temo! E quindi che fare? Io amo immaginare le storie però credo che sia importante anche rendersi conto che sono quello che sono: delle belle storie. E questo, credo, non toglie loro la poesia, no? :)
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