Durante queste lunghe giornate estive passate tra il mio (caldo) appartamento e la (fresca) magione di Grado mi sono capitati tra le mani molti frammenti di una vita passata.
Un asciugamano ricamato a mano dalla bisnonna Teresa Vodnik...
Imparaticci all'uncinetto della ormai mitica nonna Amelia...
... le lenzuola ricamate da lei stessa per il mio corredo di matrimonio (si, ce l'avevo, come le damigelle dell'Ottocento)...
... ed il regalo che mi ha fatto la mia mamma per i 20 anni di matrimonio festeggiati pochi giorni fa: una croce comprata da mio papà alla nonna passata attraverso 2 generazioni fino a me.
Bene, la mia riflessione è quanto siano importanti per me le mie radici, il "da dove vengo" fa costantemente parte di me, l'usare oggetti provenienti da varie epoche, tramandati dalle bisnonne fino ad oggi mi rende orgogliosa di essere l'ultimo anellino di una lunga fila di donne dedite al lavoro con le mani... per diletto, sicuramente, ma anche per necessità! Se una volta non sapevi cucire non avevi lenzuola da infilare nel letto, se non sapevi lavorare all'uncinetto non avevi una maglietta per l'estate!
E nella necessità quanta cura, quanta ricerca del bello e dell'eleganza... quando tiro fuori le lenzuola che uso quotidianamente vedo i ricami e il pizzo realizzato da donne che ormai non ci sono più e penso a quanto mi hanno lasciato! E non parlo di beni materiali, ovviamente.
Mi hanno lasciato l'amore per i dettagli, la coscienza che la semplicità è spesso la scelta migliore, la certezza che il lavorare con passione paga sempre.
E che il fare una cosa che si ama condividendo questo amore è la cosa più bella del mondo.
Quando ci siamo sposati, io e Il Marito eravamo giovanissimi e squattrinati.
La nonna ci ha aperto le porte della sua casa ed abbiamo vissuto in 3 per 7 anni prima che ci lasciasse, senza mai diventare un peso per noi ed anzi, godendo e partecipando di tutto quello che facevamo.
Poi purtroppo sono seguiti altri lutti e molti dispiaceri e così, quando abbiamo festeggiato i 10 anni di matrimonio (10 anni fa, sigh!) per noi questo passaggio ha significato una rinascita: avevamo lasciato dietro di noi tanti affetti e non volevamo che questo rappresentasse una nota negativa e deprimente ma anzi! un punto di partenza verso un futuro luminoso.
E così in effetti è stato.
Perchè il vivere attorniata di ricordi non vuol dire crogiolarsi in essi, ma semplicemente sentirsi le "spalle coperte", percepire l'affetto e da questi sentimenti essere pronti ad affrontare il futuro con gioiosa aspettativa.
Ogni giorno.
10 commenti:
Che bel post hai scritto! Comprendo perfettamente quello che dici, le nostre radici sono importantissime. Anch'io, come te, conservo lavori di mia nonna e della bisnonna, purtroppo solo da parte di mia madre. La nonna paterna aveva lasciato la Sicilia allo scoppio della guerra dopo essere rimasta vedova a 38 anni con otto figli e il nono in arrivo... Non aveva con sé praticamente nulla... La mia ricerca delle origini la porto avanti con lo studio della genealogia. Scoprire il nome dei miei antenati mi fa sentire che ho una storia dietro di me, mi dà un senso di appartenenza.
Capisco quello che provi a contatto con quei tesori. Il rapporto con chi ci ha preceduto è sempre molto importante nell'armonia del rapporto con noi stessi.
Belle parole, posso condividerle in pieno. Auguri, per tutto, per il passato e per il futuro, per i figli e per il Marito.
E per tutto quello che fai.
io non ho avuto nonne o nonni sono morti troppo giovani,di loro ho solo i racconti della mamma o del mio papà,la forza e il coraggio di andare avanti sempre!!!
bellissime parole che emanano serenità e tanto amore
bellissime parole,io non ho conosciuto i miei nonni,morti troppo giovani,ma di loro ho i racconti dei miei genitori,persone povere fuori ma ricche dentro
Grazie a tutte!
Hai parlato di molte cose, bellissime, che condivido al cento per cento.
A gennaio è morto uno zio, carissimo, al quale volevo molto molto bene.
E quando abbiamo messo mano alle sue cose personali, ho scoperto che conservava cose fatte da sua mamma, che è morta quando io avevo 7 anni, ma della quale ho un bellissimo ricordo, si chiava Clementa, diventata poi Clementina, per me "nonna Mentina" (perchè quando andavo a trovarla mi dava sempre le mentine con lo zucchero sopra, da una piccola scatola di latta rotonda), gli altri nonni putroppo erano già morti.
Ho trovato delle tende ricamate da lei, delle tende fatte all'uncinetto, un copriletto tutto fatto all'uncinetto, degli asciugamani ricamati insomma tantissime cose che in parte ho messo via ed in parte sto usando. Sono contenta di averle trovate, alle mie sorelle non interessavano e così ora in cucina ho le tende a filet della nonna Mentina e quando le guardo penso a mio zio...un pò mi viene il magone ma poi lo ringrazio per avere tenuto tutto da parte con ordine e precisione. Mio papà dice che si ricorda di lei, che si trovava con qualche amica e ciascuna aveva il suo lavoro...mi ricordo di una coperta fatta da lei, all'uncinetto, con un miliardo di avanzi di lana, ma era così colorata....sembrava una cosa da figli dei fiori con tutte le tessere 10 x 10 cm cucite insieme, molto psichedelica ed ai miei occhi di bambina assolutamente bellissima.
Paola, grazie di aver condiviso con me questo bel ricordo... sempre di più rimpiango che abitiamo lontane...
Eh, ma prima o poi ci vedremo, vedrai che capiterà. Ogni tanto mi metto lì a programmare, ma poi questo lavoro che peggiora di qualità di giorno in giorno mette sempre i suoi bastoni tra le ruote! Uffa!!!!
Si, io ci spero veramente... e che sia più di una misera mezz'oretta! :)
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