giovedì 2 luglio 2015

Spritz-intervista n° 4: Ilaria Caliri

Sull'onda delle interviste alle figure più interessanti del panorama della maglia & uncinetto, eccomi qua con una nuova intervista. Oggi tocca a ILARIA CALIRI!
Cara Ilaria, benvenuta! Accomodati sul divano e dai pure un calcio a Strudel, che altrimenti ti ruba tutti gli amigurumi… come "NO!", Strudel è un gatto dispettoso, a tuo rischio e pericolo! Ecco che ti ha beccato una pecorella! Eh, ti avevo avvertita…

Vabbè… gliela riprendiamo dopo, o almeno ciò che ne resta… incomincio subito con il domandarti a quando risale il ricordo più antico che hai legato all'uncinetto: so che hai sempre amato sperimentare con fili e tessuti, ma se dovessi scegliere un momento in particolare che ha parlato al tuo cuore, quale sarebbe?
Il primo ricordo in assoluto, considerando che ho una memoria da colabrodo, è legato ai pomeriggi estivi passati nell’agrumeto della nonna. Ero alle prese con una sorta di lavoro a filet… i quadratini pieni e vuoti avrebbero formato un orsetto. Con quel primo rettangolo ad uncinetto, in cotone rosa lavorato con uncinetto da 1,5 mm, mia mamma mi confezionò un sacchetto.

So (perché ho studiato!) che il tuo amore principale è il disegno ed il colore… ma il tuo punto di vista, molto personale, consiste soprattutto in creaturine 3D: animaletti, bambole, creature che sembrano uscite da un mondo incantato: come e quando è venuta la decisione di tradurre in 3D i tuoi scritti?
Non è stata una decisione consapevole! Scoprii gli amigurumi e provai a realizzare un coniglietto di opinabile bellezza, da quel momento ho iniziato a vedere l’uncinetto in maniera diversa. Tanti cari saluti alla geometria piana e un caldo benvenuto alle tre dimensioni. Non ero impreparata in materia, grazie al mio precedente lavoro (disegno CAD e modellazione 3D per l’architettura) la mente era già abituata ad immaginare forme nello spazio… ho solo aggiunto orecchie, code e occhi di plastica.

E' da anni che ti dedichi alla tua attività… ma se non avessi lavorato con i fili e gli uncinetti, cosa avresti fatto "da grande"? L'ingegnere? la ginecologa? La trapezista?
Gran bella domanda. Escluderei la trapezista per ovvi motivi di vertigini, il mio tetto massimo è la sedia. Posso dire di non sentirmi ancora grande? O meglio, mi sento grande, ma non sento di essere arrivata alla fine del mio percorso, sono ancora in cammino verso chissà che cosa. E purtroppo, conoscendo il mio carattere, credo che camminerò ancora per molto, molto tempo.

Sei stata così brava, che un editore ti ha notato e hai realizzato un libro (Amigurumi Winter Wonderland) interamente dedicato al Natale ed all'inverno che ha avuto un successo internazionale. Cos'è cambiato da allora?
È stato un anno folle, passato quasi interamente tra le decorazioni natalizie, ma la soddisfazione di vedere il libro in giro per il mondo e nelle vetrine delle librerie dell’Olanda è stata grande anche per una minimizzatrice come me! Grazie a quest’avventura ho conosciuto, anche se solo virtualmente, tantissime appassionate di uncinetto e scambiato email in svariate lingue in più ho iniziato la collaborazione con la rivista inglese Simply Crochet. Non sento di essere cambiata o di aver cambiato l’approccio al mio lavoro, ma ho aggiunto un bel mattone al mio muretto all’uncinetto.

Come si svolge la tua giornata? Hai tantissimo da gestire… blog, nuovi schemi, foto… fai tutto da sola o sei affiancata da qualcuno che ti dà una mano?
Questa domanda potrebbe dare ampio sfogo ai miei lamenti sul tema “non ho tempo, devo fare tutto da sola!!!” ed invece terrò un atteggiamento sobrio. Ci proverò. Ho un ampio supporto morale grazie al fidanzato, la mamma e le amiche che rispondono ad ogni mia domanda del tipo: “le braccia ti piacerebbero un po’ più lunghe?” “ti sembrano abbastanza simmetriche queste orecchie?” “che ne pensi del colore degli scarponcini dell’elfo?” Il tenore delle domande è piuttosto surreale e non sempre do credito alle loro risposte, però spezzano la routine del lavoro solitario che a volte può essere alienante… inizierò a preoccuparmi il giorno in cui parlerò da sola con dei pupazzi imbottiti.

Ho letto che di recente ti sei trasferita a Londra… è un primo passo tipo "fuga di cervelli"? Oppure sarà solamente per un periodo, ed il tuo trasferimento è per inseguire la tua ispirazione? Insomma, vogliamo sapere: cosa ti riserva il futuro?
Il trasferimento a Londra non è legato al mio uncinetto, ma avendo la fortuna di poter lavorare ovunque ho pensato che passare i pomeriggi disegnando nei parchi londinesi poteva essere una buona idea. Le mie valigie contenevano vestiti come per un viaggio lungo un solo weekend e gomitoli stipati come sardine. E il caso ha voluto che anche Caterina di Made by Kate si trasferisse poco prima di me. L’associazione Uncinettare Italiane a Londra conta già due membri ☺

E con questo abbiamo concluso: un grande grazie a Ilaria ed alla prossima!

Ecco dove possiamo trovare Ilaria:
sul blog: besenseless.blogspot.com
su Facebook: facebook.com/airalihandmade
e su Istagram: instagram.com/airali_gray

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